Conto Termico 3.0: ok per fotovoltaico, batterie e colonnine
Il nuovo Conto Termico 3.0 amplia le misure di sostegno includendo impianti fotovoltaici con sistemi di accumulo e colonnine per veicoli elettrici. Resta l’attesa per l’entrata in vigore, mentre gli operatori chiedono tempi certi e più spazio al residenziale. Lo scorso 5 agosto la Conferenza Unificata ha approvato il Conto Termico 3.0, il nuovo strumento del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) che aggiorna e potenzia il meccanismo di incentivazione per interventi di piccola taglia finalizzati a efficienza energetica e produzione di energia da fonti rinnovabili.
La vera novità è l’apertura anche al fotovoltaico con sistemi di accumulo e colonnine di ricarica per veicoli elettrici, purché installati insieme alla sostituzione dell’impianto termico con pompe di calore elettriche.
Il nuovo decreto introduce una serie di cambiamenti rilevanti:
- Ampliamento della platea: oltre a PA e privati, ora inclusi anche gli enti del Terzo Settore.
- Interventi incentivabili: isolamento termico, pompe di calore, collettori solari, fotovoltaico con accumulo e colonnine EV.
- Nuovi beneficiari: possibilità di accesso anche tramite Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e configurazioni di autoconsumo collettivo.
- Copertura dei costi: mediamente al 65%, fino al 100% per edifici pubblici in comuni sotto i 15.000 abitanti, scuole, ospedali e strutture sanitarie pubbliche.
- Budget annuale: 900 milioni €, di cui 400 per le PA e 500 per privati.
Il Conto Termico 3.0 è pensato soprattutto per la pubblica amministrazione, ma offre opportunità concrete anche a privati e imprese. In particolare:
- accelera la diffusione di pompe di calore elettriche,
- favorisce l’integrazione tra fotovoltaico e mobilità elettrica,
- stimola la creazione di comunità energetiche e l’autoconsumo collettivo.
Il nuovo Conto Termico 3.0 rappresenta un tassello importante nella transizione energetica italiana, anche se restano margini di miglioramento per renderlo più inclusivo verso il settore residenziale. La vera sfida ora sarà garantire tempi rapidi di attuazione, così da non rallentare ulteriormente un comparto già in sofferenza.